Pagine

domenica 6 ottobre 2013

Roberto Vecchioni, da Fazio, spiega perchè «...non appartiene più...»

Disponibile in tutti i negozi di dischi dall'8 ottobre 2013
Io non appartengo più
(R. Vecchioni)

Io non appartengo più
alle cose del mio tempo;
non mi riconosco più,
lì, nascosto dietro un canto:
non mi basta nemmeno il cuore
per giustificare, capire,
sentire, immaginare;
non mi basta la forza degli occhi
per voltarmi e non guardare.
Io non appartengo più,
viaggio come un clandestino
di una nave senza rotta
già segnata dal destino;
io non appartengo più
ai borghesi, gli inciuciai,
le banche e ai cazzi in culo
e, mi scuso,
ma c'ho pure il dubbio che
sia perfino Dio un refuso.
Sono sveglio, dentro un sonno
di totale indifferenza,
che persino tra le gambe
mi si è persa la pazienza;
io non appartengo al tempo
del delirio digitale,
del pensiero orizzontale,
di democrazia totale.
Appartengo a un altro tempo,
scritto sopra le mie dita
con i segni di chitarra
che mi rigano la vita;
io l'ho vista la bellezza
e ce l'ho stampata in cuore,
imbranata giovinezza
a ogni nuovo, antico amore.
Io non appartengo più:
mi fa ridere, lo ammetto,
ma - vi giuro - non lo faccio
per malinconia o dispetto;
non lo dico per stanchezza,
al calar del sipario su spettatori immaginari:
sono gli uomini la stizza,
sono i loro dtupidari.
Così corrono ad oriente
e non c'è stella cometa,
e moltiplicano il niente
per chiamarlo ancora vita,
come chi ha dimenticato,
come chi non ha provato,
come chi si è sorpassato,
non si è visto e ha continuato.
Io non appartengo a un tempo
che non mi ha insegnato niente,
tranne che puoi esser uomo 
ma non diventare gente;
io volevo, ed eran voli
di uno sparso, antico sogno,
per non rimanere soli,
accecati nell'abbaglio.
Io non appartengo e lascio
lo spiraglio alla mia porta:
solo, quando vieni,
fallo con l'amore di una volta