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giovedì 21 agosto 2014

Nota di fine anno

Ci siamo, la fine dell’anno – per chi, come il sottoscritto, è convinto che, in vero, l’anno medesimo cominci a settembre – è arrivata: è tempo, pertanto, di vacanze – ormai imminenti, per meritate o meno che esse siano – e di bilanci, che – come preannunciato qualche giorno fa – non quadrano affatto, tanto per cambiare, nemmeno stavolta.
A questo proposito, in tutta onestà, ammetto che alcune colpe – non tutte, ma di certo quelle più grosse – sono mie e solo mie e che – se mi esimo dall’elencarle in modo puntuale e tassonomico – lo faccio unicamente per pietà verso me stesso; altre no, sono correlate al quotidiano vivere e, si sa, da quello – fino a prova contraria – nessun individuo sano di mente si può volontariamente esimere.
Che anno è stato? Non saprei: è sempre difficile – anche a posteriori – esprimere giudizi ponderati su quanto si è vissuto. Certo, alcune conferme – tanto in positivo, quanto in negativo – le ho avute, alcuni riscontri attesi da tempo sono arrivati – è indubbio – ma, se dicessi che comincio – finalmente – a veder chiaro lungo la linea d’orizzonte della mia esistenza, direi una panzana – o meglio – una balla colossale.
Anzi, vi sono alcune nubi – la cui effettiva consistenza è tutta da verificare – che, minacciose, sembrano addensarsi sul primi mesi del nuovo anno; però…, sì…, però ora – perdonate – ma non ci voglio pensare, anche perché – per un motivo o per l’altro – nulla o quasi dipende dal mio volere e, poiché non resta che attendere, questo farò.
«Dunque», direte voi, «Vai in ferie e te ne freghi del mondo!»
Beh, non è proprio così, non ho detto proprio questo: vedete, il concetto di mondo – per prima cosa – è grande almeno quanto il mondo stesso e, com’è noto, non è umanamente possibile farsi carico di tutto; analogamente, poi – ma paradossalmente per converso – il concetto di mondo può essere identificato anche con il proprio mondo, sia esso interiore e/o composto da quella rete – più o meno fitta – di relazioni ed interazioni personali che sono – da sempre – l’essenza del nostro stare in società.
Da che uomo è uomo, quando – per cause involontarie ed indipendenti da noi – anche il mondo interiore è in disordine, sentiamo più forte e pressante l’esigenza di fare affidamento su quei legami, di rafforzarli ulteriormente: sono punti di riferimento, sappiamo che – in ogni caso, vale a dire qualunque cosa accada  – loro, qui o altrove, ci sono, ci sono stati e ci saranno sempre.
Ecco svelato, quindi, il segreto – che segreto non è – più segreto d’ogni tempo: è l’amicizia, l’affetto sincero di chi – in un modo o nell’altro, qui o altrove – ci è vicino, a far ‘si che noi, la mattina, ci si alzi – negli anni e nei momenti bui, così come in quei rari vuoti d’aria in cui luci sfavillanti la fanno da padrone – con la consapevolezza di avere la forza di far la nostra parte, piccola o grande che sia, sul proscenio della vita.
Sin d’ora, buon anno a tutti voi