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venerdì 28 agosto 2015

...Perché vorrebbe dire


E qui, sul lungomare
tra un Santo e un ippocampo,
m’illudo di fermare
l’eternità d’un tempo
che fugge via in un lampo:
raccoglierne un momento
sarebbe già un gran vanto,
perché vorrebbe dire
che, in ver, non può finire
la storia, mai, del mondo;
perché vorrebbe dire
che, in questo girotondo,
c’è più di quel che intendo
e che leggo nel volti
di chi mi passa accanto;
perché vorrebbe dire
che non è poi da stolti
cercare di capire
l’anima di quel vento
che, se sfiora i capelli,
li fa morbidi e belli
e rende i tuoi pensieri
più dolci, vivi e veri.
La nave dei ricordi
galleggia nella mente:
qui non ci sono sordi,
c’è un pazzo impenitente
che scava, dai primordi,
la sua esistenza umana,
nel tentativo, vano,
di ritrovar la tana
da cui, futuro in mano,
un giorno ormai lontano,
all’improvviso, uscì.

martedì 25 agosto 2015

Frenetica indifferenza

Ecco che le parole,
qui, nascono da sole
e le rime baciate
non sono mai forzate;
ecco che la mia mente,
qui, gioca col presente:
si volge, cioè, al passato,
piangendo quel che è stato,
e punta, ora, al domani,
stringendo tra le mani
l’anima e il suo riflesso.
Se non c’è alcun che m’ami,
io basterò a me stesso:
quindi, peccato, il sesso
sarà per sempre un sogno,
lo sfregio nel disegno
del mio destino ignoto,
mostrato a questo mondo
che, in meno di un secondo,
nel suo correr sfrenato,
già avrà dimenticato.

sabato 22 agosto 2015

Soverato

Poi, dietro una curva, s’apre,
imponente e maestosa,
la vastità del mare
e l’anima mia riscopre
quell’aura misteriosa
che invita, qui, a sognare:
per cui è buona cosa
lasciarsi un po’ cullare
dal vieni e vai dell’onda
che non si può fermare
e che rende feconda
l’arte del cogitare
e del vergar parole
per farle rimanere
impresse in questo sole,
‘si come nelle sere
che m’accompagneranno
a ritrovar me stesso,
accantonando il nesso
che lega ad un effetto
ogni causalità
ed ogni uman difetto.

lunedì 10 agosto 2015

Il pifferaio magico

Né più parlar di cose grame,
che pure vi sono;
né dissertar di quelle trame
che, tempo in dono,
chi ha il bastone del comando
ora disegna,
tal che chi è vicino al sole
ne coglie il calor dei raggi,
mentre il resto son parole,
son nient'altro che miraggi.
Al mero fato
sapere è dato
quanto mai possa durare
questa corsa senza meta e fiato:
ché fare i maghi è un po’ un azzardo,
appresso a chi gioca a biliardo
e, sempre andando via di sponda,
abilmente solca l’onda
che fa, del sentir comune,
la più facil delle crune
per un ago, il suo, che mai
cucirà in ver le vesti
d’esto popolo ammaliato
dal ciarlare d’un giannizzero
che sa ben suonare il piffero,
‘sì da addormentar le menti
tanto a muli che a serpenti.