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domenica 5 febbraio 2012

Benvenuti


Quanti di voi – e suppongo siano molti – non hanno mai commesso l’imprudenza di ficcare qualche volta il naso nell’omonima stanzetta che – col supporto di un’altra piattaforma virtuale – ho curato e tenuto per anni potrebbero – lo dico per esperienza – persino stupirsi dei tortuosi sentieri che – per volontà del sottoscritto – si ritroveranno, di tanto in tanto, a percorrere qui di seguito: è prima di tutto a quegli impavidi, quindi, che va – sin d’ora – il mio più sincero e sentito benvenuto.
Un blog, almeno per come lo intende – e per l’uso che ne fa – chi scrive, è una specie di diario, o meglio, una sorta di “pattumiera” – se mi è concessa la licenza – in cui, periodicamente e per bisogno, gettiamo tutte le maschere che l’esistenza quotidiana ci costringe ad indossare  e – per qualche attimo – cerchiamo di metterci a nudo, di ritornare e ritrovare noi stessi.
Di primo acchito, perciò, questa stanzetta potrebbe sembrare simile – se non addirittura uguale – a tante altre, ma c’è un “Ma”: a dispetto del lavoro che faccio – che poi è quello che trovate indicato nella breve biografia qui accanto – io sono anche – come potete intuire scorrendo la medesima biografia – un poeta, uno scrittore…, insomma,… un letterato, o almeno sono convintissimo di esserlo e credo conveniate con me che – quando i pazzi sono convinti di una cosa – contraddirli, oltre che perfettamente inutile, potrebbe rivelarsi financo pericoloso…!
Ecco, forse ora cominciate a capire perché è da imprudenti mettere il naso qui dentro, eppure spero siate in parecchi a farlo: noi poeti, si sa, pecchiamo spesso di narcisismo – cosa che ci induce a considerare bellissimo, splendido, perfetto ed elevatissimo tutto ciò che scriviamo – ma occorre pur sempre qualcuno che avalli ed avvalori questa nostra convinzione, altrimenti cadiamo in depressione e, quando è depresso, un poeta cosa fa? Scrive, ovviamente: punto e a capo, cioè!
Quindi, riassumendo, questo è il blog di uno che fa tutt’altro nella vita (ed è ben fiero e felice di farlo), ma che è anche poeta, scrittore e – così, a tempo perso, tanto per non farsi mancare niente – pure sociologo, ancorché non praticante; è il blog di uno che – in un’epoca insensata – si ostina a cercare il senso delle cose; è il blog di uno che non vuole che suo nipote – domani, guardandolo negli occhi – possa dirgli:
“Tu c’eri, hai visto e non hai fatto niente!”
E poi? Ah sì, dimenticavo, è anche il blog di un portatore di handicap, di un diversamente abile che non ha vergogna del suo modo di essere e del suo stato, ma – come avrete capito – questa altro non è se non un’altra storia, un altro sentiero, uno dei tanti che – se vorrete – percorreremo insieme.

Matteo Sabbatani