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lunedì 10 aprile 2017

Traguardando l'oltre

«[…]Ma no, è che sono un poeta
e plasmo pensieri di creta,
lasciando vagare la mente
per fotografare il presente,
le mille sue contraddizioni,
le scelte e le elucubrazioni
di genti pur simili a me
che badano a quel che non è,
fuggendo dai tanti perché
che questa realtà pone loro
e mirano a stare nel coro
di quelli che: “Io non decido
e poi, sai com’è, non mi fido,
però esigo si faccia così,
altrimenti proprio non ci sto
e, se dico le cose che so,…”!
Eh sì, tutto qua, son poeta
e, al posto del cuor, non ho pietra,
ma ho abbandonato la cetra:
ché i sogni si stanno spengendo
e quello che vedo vivendo
mi infonde ben poca speranza
che il volger di questa esistenza
mi possa serbare sorprese
o grandi occasioni inattese
di rendere innocue le offese
che arreca chi ignora e sentenzia
che è d’uopo io porti pazienza.
D’accordo, lo so, son poeta:
per tutti, tra ninnoli in seta,
io campo beffando il destino;
eppure verrà un bel mattino
che i nodi dei troppi “perché”
quel pettine avran ricoperto:
sicché, in quest’enorme deserto,
chiederete a chiunque, anche a me,
di spiegarvi la vita com’è.
Allor vi dirò: “Io non posso,
ho già tante cose da fare
e il groppo, qui in gola, è ancor grosso:
lasciate ch’io resti a guardare…”»


mercoledì 25 gennaio 2017

Il sentiero d'un volo

Ecco che comincia il volo,
un volo di pensiero,
perché adesso sono solo
e vedo quel che è vero;
e non v’è più ombra alcuna,
neppur quella che la luna,
tra le tenebre, proietta
or sul mondo, in questa fetta.
Ecco, mi pervade un senso
d’inutilità perenne
che però ben riconosco:
è quel tarlo che fa immenso
il dolor che, lemme-lemme,
rende tutto un po’ più fosco,
più incombente e più pesante
anche sol da sopportare.
Di un futur tanto distante
non so proprio cosa fare,
sempre poi che sia per me,
perché quello che non c’è
è la minima certezza
di trovare una carezza.
Il silenzio, a volte, uccide
pur la volontà di sfide
da combatter per se stessi
e ti lascia sol riflessi
d’un destino non vissuto
che, al momento di parlare,
di svelare il contenuto,
resta fermo lì e, beffardo,
non ti lancia che uno sguardo
teso a dirti: “Sono muto!”
Ecco a che serviva un volo:
a capir che, se uno è solo,
così forse deve stare;
è pur ver che può anelare
a trovar l’anima gemella,
ma il sentiero va ben oltre
il brillare d’una stella

domenica 8 gennaio 2017

Eppure la notte

D'improvviso, 
la notte, 
il silenzio: 
come una culla, 
come il letto di un fiume 
che, placido, 
scorre e va al mare. 
Tu sei lì 
e ti lasci avvolgere 
nel suo manto invisibile 
eppure accogliente, 
come una nave 
che giunge al porto 
dopo quel viaggio,
indispensabile e avventuroso, 
che è il quotidiano vivere.


mercoledì 4 gennaio 2017

Propositi ed Auspici



Primi giorni del nuovo anno, tempo di propositi e di auspici: se, per ciò che concerne i primi, vale a dire i propositi – poiché, in quanto tali, dipendono dalla volontà – l’agenda è già abbastanza fitta, l’elenco è forse anche troppo corposo, la lista dei secondi – cioè degli auspici – poiché, per natura, pur amando i – e credendo nei – sogni, siamo persone che fanno della razionalità una delle cifre importanti del proprio agire, è – gioco forza – molto più contenuta.
Questi ultimi, infatti, ossia gli auspici medesimi, non hanno – per così dire – una diretta correlazione con la volontà di chi pure compie – da un punto di vista «transitivo» – l’azione di auspicare, ovvero di sperare che una cosa avvenga, accada, si verifichi, si avveri; no, gli auspici – anzi e invece – dipendono, nella stragrande maggioranza dei casi, da un «altrui volere» – definiamolo così – che, come tale, sovente, risulta criptico, quasi insondabile e comunque di non facile intuizione.
Tuttavia – a prescindere da queste, che ciascuno è liberissimo di considerare alla stregua di elucubrazioni prive di fondamento, anche se a nostro avviso tali non sono – è innegabile – oltre che inevitabile e, in larga misura, doveroso – che, in questi giorni, noi si sia alle prese con un «punto e a capo», una sorta di «repulisti» – un po’ forzato e un po’ voluto – di quanto accumulato, per amore o per forza, nell’anno passato.
Per parte nostra, ben sapendo che così stanno le cose, ci guardiamo bene dal ficcare il naso in faccende che non ci riguardano e, per pudore, evitiamo di annoiare chi ci legge con elencazioni che – ne siamo certi – ai più, apparirebbero sterili, puerili e anche un po’ noiose: sì, perché – così come di auspici e di propositi – anche di cose da buttare, signori, ne abbiamo almeno tante quante ne avete voi e, dunque, è d’uopo che i conti ognuno li faccia con se stesso, supportato – lo auspichiamo – da  quel briciolo di coscienza e di coerenza che è riuscito, nonostante tutto, a conservare.