E sono qui, ora,
a parlare d’un ora
che è nata
e non vuol finir mai,
un’ora sbagliata
e foriera di guai.
È un’ora arrivata per
caso,
vestita di panni
che sembran di raso
e tesa a far danni,
a pigliar per il naso
–
così, "col sorriso" –
noi tutti, perché:
“Ora dico che gli
asini volano
e, se saltano solo,
tant’è!”
E’ un’ora, signori,
almeno al momento;
però,
poiché i fiori li
impollina il vento,
Dio non voglia che –
prima di sera –
si tramuti, serena,
in un’era:
laddove mai ciò
dovesse accadere,
gente mia,
questo nostro
aspettare e sedere
si farebbe agonia;
e per voi, se anche
aveste capito,
giungerebbe dall’alto
l’invito
di un cowboy che, col
far da bandito,
imporrebbe si cambi
la trama,
ma resti l’ordito
Nessun commento:
Posta un commento