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venerdì 3 aprile 2015

Come Ponzio Pilato, ma per costrizione

Tentare di dire, di spiegare e – prima ancora, a monte – tentare di capire, perché «nessuno nasce imparato» e perché – a volte – le motivazioni a fondamento di determinate decisioni possono anche non essere di immediata comprensione; farlo sino ad accorgersi che – in fin dei conti – da capire non c’è proprio niente, che tutto è così palese, così lapalissiano da cadere quasi nell’ovvio, nel banale, nello scontato e che – se così stanno le cose – a te resta solo la scelta – che scelta non è – tra adeguarti, pur di garantirti – nel limite del possibile – un’esistenza degna di questo nome, o mandare all’aria tutto e tutti, compreso – a questo punto – anche te stesso.
Guardate, chi scrive comprende bene come quanto detto sia sintetizzabile nella proverbiale metafora dell’uovo di colombo; chi scrive è pienamente conscio di non aver espresso alcun nuovo concetto, di non aver aperto alcuna nuova via alla conoscenza; chi scrive – insomma – sa perfettamente che ha scoperto l’acqua calda, ma tant’è: l’oggettiva realtà dei fatti e delle circostanze non può che portare – a nostro giudizio, s’intende – al prender forma di considerazioni quali quelle di cui sopra.
Come se ne esce?
Oh no, non lo si chieda a noi, per favore e, anzi, chi capisce – o può capire – non finga di stupirsi dell’atteggiamento – peraltro solo apparente – da Ponzio Pilato che ci sentiamo di assumere in questo frangente: noi stiamo sereni – così come, da più parti, ci viene caldamente consigliato –  o almeno ci proviamo, pur nella certezza che – un domani – responsabili o meno, pagheremo un prezzo molto alto

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