E, sotto la nebbia
opaca
che ammanta ogni cosa,
che ammanta ogni cosa,
c’è l’anima mia che,
sacra,
prudente e gelosa,
difende se stessa dal
mondo:
si muove qualcosa
nel ventre viscoso e
profondo
d’una realtà come
questa,
che l’abito della
festa
vuole indossarlo
comunque.
Anche in un bagno di
sangue,
osa danzar sulle
punte:
senza guardarsi allo
specchio,
tiene ben chiuso l’orecchio,
per cui quel rumore
di fondo
non tange la sua
voluttà
e quelli che chiedon
pietà
possono solo
annaspare,
privi di appigli e
speranza,
nel blu cobalto d’un
mare
ricolmo d’indifferenza.
Oh, donna che reggi
il destino
e guidi del tempo il cammino,
e guidi del tempo il cammino,
spiegami almeno perché
soltanto i poveri
cristi,
quelli che sanno com’è
la litania dei
sofisti,
non si dan pace che a
te
piaccian buffoni e
arrivisti
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